Come membri di questo Parlamento, all'opposizione, avevamo sollevato dubbi ed erano dubbi che avevano ragioni di merito, non ragioni ideologiche, perché crediamo che un buon modo per fare opposizione sia quello di dare il proprio contributo di idee,
il proprio contributo di idee e la propria sensibilità rispetto alle istituzioni, poiché i nostri interventi sono registrati li potete ritornare ad ascoltare e vedrete quali erano le ragioni di merito che qui sono state anche ripercorse dal collega Fornaro, perché erano le medesime: noi pensavamo - e pensiamo - che il Parlamento non sia un luogo oscuro, ma sia la casa della democrazia.
Riteniamo che la democrazia parlamentare sia il fondamento di questa Repubblica e che questa rappresentanza, qui riunita oggi, rappresenti a pieno titolo i cittadini, li rappresenti pienamente, questo non escludendo altre forme di democrazia anche più diretta, come quella referendaria, ma lasciando a queste forme un ruolo residuo.
E le nostra idea non è cambiata, Presidente: il Parlamento è la casa della democrazia, è luogo aperto alla partecipazione, alla conoscenza dei meccanismi istituzionali.
Il nostro “no” era un “no” convinto a difesa di questa istituzione parlamentare.
E proprio perché abbiamo ottenuto garanzie, quelle garanzie che avevamo chiesto e non ottenuto nel passaggio precedente, diciamo convintamente “sì” al taglio dei parlamentari.
Lo avevamo già fatto: avevamo già approvato un taglio dei parlamentari - come forse ricorderete - nella scorsa legislatura, abolendo il Senato, una riforma organica, che noi continuiamo a ritenere la riforma migliore per un buon funzionamento delle istituzioni, perché qui si è parlato di efficientamento delle istituzioni; è vero, esiste anche un problema di costi ed esiste un problema di numeri certamente: non è una novità la proposta che oggi ci apprestiamo ad approvare, come è stato ricordato già nella Commissione bicamerale (da Bozzi a D'Alema, a vari altri titoli, alla Commissione di Violante); altre Commissioni avevano ipotizzato tagli di parlamentari più o meno simili a questo.
La cosa che mancava e che credo mancasse nella terza lettura anche fatta al Senato, era un contesto organico di riforma, un contesto organico che potesse dire che questo taglio non è una cambiale in bianco, ma è accompagnata da misure precise, che servono non a sminuire il ruolo di questa istituzione, non a risparmiare semplicemente denaro, ma servono invece a rafforzare il ruolo tra i cittadini e gli eletti e gli elettori, servono a non disperdere la rappresentatività dei territori.
Queste garanzie sono state, attraverso un lavoro serio - di cui ringrazio i colleghi della maggioranza, i colleghi dei 5 Stelle, di Italia Viva, di LeU e anche di coloro del gruppo delle Autonomie che hanno partecipato - attraverso questo lavoro, serio, si è trovata una sintesi e anche grazie al lavoro di aiuto che ha fatto il Ministro per i Rapporti col Parlamento, si è trovata una sintesi efficace, che dice semplicemente questo: le storture che avevamo denunciato e che ci portavano a dire “no” verranno corrette immediatamente, verranno eletti senatori su base pluriregionale, verranno rivisti i sistemi di partecipazione, elettorato attivo e passivo, verranno ridotti contestualmente i delegati che eleggeranno il Presidente della Repubblica, tutte le condizioni che abbiamo subito chiesto sono state subito accolte e a ottobre verranno inserite. C'è, quindi, un percorso serio.
Avevamo posto problemi sui Regolamenti di Camera e Senato, perché avrebbe comportato, questo taglio senza una revisione dei Regolamenti, una stortura nell'approvazione delle leggi, quindi non solo un deficit di rappresentanza, ma anche un deficit di funzionamento delle istituzioni e anche su questo la maggioranza ha un impegno forte, preciso. Sono tutte cose che non c'erano.
E, poi, abbiamo chiesto una revisione del sistema elettorale, proprio perché continuiamo a credere e a difendere la democrazia parlamentare, proprio perché crediamo che la democrazia parlamentare non è un residuo, che questo luogo deve continuare a svolgere una funzione importante e questo sia il luogo in cui si riequilibrano i poteri, tra l'Esecutivo e il Legislativo.
In questo luogo noi possiamo avere il controllo sugli atti di Governo e questo quindi è il luogo principale dove la democrazia si invera, dove la democrazia trova concretezza, dove la democrazia pone limiti ai poteri dell'Esecutivo, non intralciando il suo lavoro e anche in questa direzione è stato l'accordo che prevede di ricorrere in maniera residuale ai voti di fiducia - in maniera residuale ai voti di fiducia - e di ridare il voto a data certa ai provvedimenti del Governo, e di dare più centralità al ruolo del Parlamento e noi siamo molto soddisfatti e orgogliosi di ottenere questi risultati con questa maggioranza, che indica che c'è stato un reale cambio di passo.
Noi vorremmo e avremmo voluto anche che si avviasse contestualmente - qui lo dico - una revisione del ruolo del bicameralismo perfetto, perché crediamo che il bicameralismo perfetto, con questi numeri, non abbia un senso compiuto, ma questa è una riflessione che possiamo fare nei prossimi mesi, che possiamo fare insieme, magari anche a coloro che si ritengono giustamente di voler rappresentare le opinioni, le idee dei territori, perché noi continuiamo a ritenere che il fatto che vi sia una uguale ripartizione dei compiti tra Camera e Senato sia un fatto da superare, perché solo così questa riforma, che è una riforma giusta, ripeto, di riduzione del numero dei parlamentari, di riposizionamento della centralità del Parlamento, solo così questa riforma sarà completamente compiuta. E ci auguriamo che questo sia quello che potremo dare alla luce nei prossimi mesi, con un'altra discussione.
E, allora, non c'è alcuna cambiale in bianco, ma c'è un patto tra persone serie, c'è un patto di fiducia, non ci sono ricatti, non ci sono cambiamenti repentini, non ci sono svendite per la nascita del Governo. È vero, lo diciamo qui pubblicamente: il MoVimento 5 Stelle, nel momento in cui abbiamo negoziato la nascita del Governo, ha detto che senza questa riforma il Governo non sarebbe nato, senza questo voto della maggioranza al taglio dei parlamentari, ma il Partito Democratico - mi permetto di dirlo perché ero presente io anche a quel tavolo - ha detto anche che non avremmo mai votato questa riforma senza le garanzie che oggi abbiamo ottenuto, insieme al lavoro di tutti quanti. Non forzando, non imponendo, non dettando diktat, ma lavorando seriamente insieme per il bene del Paese e delle sue istituzioni.
Per questi motivi voteremo “sì” al provvedimento in esame.